Novità Canapa
- Samuel Minetti
- 10 mar
- Tempo di lettura: 7 min
Cosa è successo nel mondo canapicolo negli ultimi giorni…

In questo ultimo periodo il settore canapicolo ha a che fare con non pochi intoppi che lo vedono minacciato. Il DDL sicurezza, a causa dell’articolo 18, vieterebbe la coltivazione dei fiori di canapa, limite che abbatterebbe l'intera filiera perchè il fiore è fondamentale per tutti i prodotti ricavabili e non è possibile eliminare il fiore dalla coltivazione della pianta; per tanto questo disegno di legge renderebbe illegale la coltivazione della canapa industriale in Italia. Insomma notizie non molto rassicuranti, in questo momento però la canapa industriale
(detta light) rimane legale e il settore continua a lavorare (cosa che continueremo a fare perchè l'art18 come tanti altri del DDL è anticostituzionale ed è in contrasto con le norme europee e quindi non apllicabile). Inoltre il DDL è ancora fermo in Senato (almeno fino a Marzo), sono molti i disaccordi e i dubbi a riguardo; persino all'interno della maggioranza nascono contrarietà: l'europarlamentare Flavio Tosi di Forza Italia, sostiene la Canapa italiana, sottolinea come l'art. 18 del DDL sarebbe un danno per gli imprenditori italiani del settore, che l'Italia sarebbe l'unica in Ue a vietare la canapa sativa l. e che quest'ultima non ha acchefare con la droga. Infatti in base alla Circolare del Ministero dell’Interno 31/07/18, il contenuto di THC nei prodotti a base di canapa inferiore allo 0,5% è inoffensiva e molto ben lontana dal poter avere effetti stupefacenti anche per i soggetti più fragili.
Per cui secondo la sentenza n. 30475/2019, Sezioni Unite della Corte di Cassazione, (che stabilisce la liceità della commercializzazione di prodotti derivati da Canapa Sativa L. privi di effetti psicotropi e non destinati all’uso drogante), i fiori di canapa sono perfettamente legali.
Pertanto Tosi ha ragione nel ritenere retrograda, ideologica e senza fondamenta scientifiche la scelta del Governo.
In questa situazione di incertezze, arrivano delle novità positive!
1)Il Parlamento Europeo accoglie la petizione delle Associazioni:
È stata avviata un’indagine sulla normativa che intende limitare la canapa.
A Febbraio 2025 il Parlamento Europeo ha accolto la petizione congiunta presentata dalle associazioni rappresentanti la filiera della canapa (Canapa Sativa Italia, Federcanapa, Sardinia Cannabis, Assocanapa, Resilienza Italia Onlus, Canapa delle Marche, Eiha e UPCBD, ma anche Confagricoltura, Cia, Copagri, CNA Agroalimentare, Unci, Liberi Agricoltori, Altragricoltura, Associazione Florovivaisti Italiani).
È stato riconosciuto che la normativa italiana potrebbe violare il diritto dell’Unione Europea.
La Commissione per le Petizioni del Parlamento Europeo ritiene ammissibile la petizione, avviando un’indagine che coinvolge anche la Commissione per l’Ambiente, la Sanità Pubblica e la Sicurezza Alimentare e la Commissione per l’Agricoltura e lo Sviluppo Rurale. Questo sottolinea l’importanza della questione, si evidenzia come le misure proposte violino il Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE) – (Articoli 34 e 36, a tutela della libera circolazione delle merci)– e siano in contrasto con la giurisprudenza della Corte di Giustizia dell’UE.
La Petizione è un impegno collettivo per la tutela della canapa.
Un impegno comune per proteggere e valorizzare la canapa italiana. Un' iniziativa lanciata in risposta alle potenziali restrizioni previste dal Decreto MinSal del 27 giugno 2024 (composizioni orali contenenti CBD) e dall’Articolo 18 del DDL Sicurezza, misure che comprometterebbero la crescita e la competitività di un settore che vede coinvolti migliaia di lavoratori e che genera un fatturato annuale significativo.
La Commissione per le petizioni del Parlamento Europeo conferma che sono state presentate 2 interrogazioni parlamentari sulla normativa italiana, a conferma dell’attenzione sulla questione:
Interrogazione E-001510/2024: presentata dagli eurodeputati Valentina Palmisano, Mario Furore, Pasquale Tridico, Dario Tamburrano, Carolina Morace e Giuseppe Antoci, riguardante l’emendamento “Cannabis light” nel DDL Sicurezza e la sua compatibilità con il diritto dell’UE.
Interrogazione E-001677/2024: relativa alla legittimità del divieto di commercio di prodotti contenenti cannabidiolo (CBD) in Italia, presentata da Cristina Guarda.
Le norme proposte dal Decreto MinSal e dall’Art. 18 del DDL Sicurezza sono in contrasto con il mercato unico europeo, creerebbero barriere ingiustificate per un settore regolamentato e in espansione in altri paesi dell’UE.
La Vice Presidente della Commissione per le Petizioni (PETI) del Parlamento Europeo, Cristina Guarda, ha anche confermato l’inizio dell’indagine europea, sulle restrizioni imposte dal governo italiano alla canapa industriale.
“Il Gruppo Verdi/ALE al Parlamento Europeo ha chiesto un trattamento urgente della petizione, ritenendo che non possa più essere rinviata, anche in vista dei tempi di discussione del DDL Sicurezza al Senato della Repubblica Italiana. "Stiamo lavorando in questo senso all'interno della Commissione PETI e speriamo di avere il supporto degli altri gruppi”, ha dichiarato Cristina Guarda.
L’Associazione Canapa Sativa Italia ha commentato l’inizio delle indagini da parte della Commissione Europea. “L’ Unione Europea ha riconosciuto la validità delle nostre richieste. Ora ci aspettiamo che il Governo italiano si adegui al quadro normativo europeo e tuteli gli operatori della filiera della canapa industriale, evitando restrizioni arbitrarie e ingiustificate”, afferma Mattia Cusani, promotore della petizione e presidente dell’Associazione CSI, che continuerà a monitorare gli sviluppi dell’indagine e a lavorare perchè la canapa industriale venga riconosciuta come una risorsa economica, ambientale e occupazionale strategica per l’Italia e l’Europa.
Ci sono stati anche altri precedenti fondamentali nell'ultimo periodo.
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con la sentenza C‑793/22 del 4 ottobre 2024, ha stabilito che gli Stati membri non possono imporre restrizioni alla coltivazione della canapa industriale – comprese la coltivazione indoor e quella finalizzata alla produzione di infiorescenze – a meno che non ci siano prove scientifiche concrete che dimostrino rischi per la salute pubblica. Questi orientamenti giurisprudenziali rappresentano un importante riferimento che il Governo italiano è tenuto a considerare.
La Risposta alla Petizione
Presidente della commissione per le petizioni
Bruxelles,MM/ ebs[IUST-COM-PETI D(2025)1386]Sig. Mattia Cusani
Oggetto: Petizione n. 1144/2024 (riferimento da citare in tutta la corrispondenza)
Egregio Sig. Cusani,ho il piacere di informarLa che la commissione per le petizioni ha esaminato la Sua petizione e l’ha dichiarata ricevibile, dal momento che la questione sollevata rientra nel campo di attività dell’Unione europea.
Ho quindi chiesto alla Commissione europea di condurre un’indagine preliminare sullaquestione.
Visto l’argomento trattato, ho anche trasmesso la Sua petizione per informazione sia allacommissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare e sia alla commissione per l’agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo.
Mi preme comunicarLe che il 4 ottobre 2024 la Corte di giustizia dell’Unione europea hapronunciato la sua sentenza nella causa C-793/22, chiarendo la posizione dell’UE in merito alla coltivazione e alla commercializzazione della canapa industriale. La Corte ha stabilito che gli Stati membri non possono imporre restrizioni alla coltivazione della canapa industriale, compresa la coltivazione indoor e la coltivazione esclusivamente per la produzione di infiorescenze, a meno che tali restrizioni non siano suffragate da prove scientifiche concrete relative alla tutela della salute pubblica.https://curia.europa.eu/juris/document/document.jsf?text=&docid=290694&pageIndex=0&doclang=EN&mode=req&dir=&occ=first&part=1&cid=5017296.
Ci tengo ad indicarLe due rilevanti interrogazioni presentate alla Commissione sulla questione da Lei sollevata, la prima No. E-001677/2024, sulla legittimità del divieto di commercio di prodotti contenenti cannabidiolo di canapa (CBD) in Italia” e la relativa rispostahttps://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-10-2024-001677_IT.htmlhttps://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-10-2024-001677-ASW_EN.html e laseconda No. E-001510/2024 sull’emendamento “Cannabis light” nel disegno di legge italiano sulla sicurezza e la sua compatibilità con il diritto dell’UE” e la relativa rispostahttps://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-10-2024-001510_IT.htmlhttps://www.europarl.europa.eu/doceo/document/E-10-2024-001510-ASW_EN.html.
Sarà mia cura tenerLa al corrente di qualsiasi ulteriore sviluppo in merito alla Sua petizione.
Distinti saluti,
Bogdan RzońcaPresidente della commissione per le petizioni
2)Fissata udienza in Consiglio di Stato:
Avviene dopo il precedente successo, delle associazioni di settore, al TAR del Lazio contro una disposizione del T.U. Officinali che limitava l'ambito della canapa e della legge 242/2016 ai soli semi e fibra; successivamente i Ministeri competenti (Agricoltura, Salute e Ambiente) impugnavano questa sentenza del TAR. Per questo ora, il secondo grado, è al Consiglio di Stato, che ha fissato l'udienza per il 2 ottobre 2025.
Facciamo un passo indietro...
Nel 2022, il Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali ha emanò il Decreto sulle Piante Officinali, includendo la canapa industriale (Cannabis Sativa L.) tra le piante officinali, limitando però coltivazione e uso. In particolare, l'interpretazione dell'articolo 1, comma 4 restringeva l'uso della canapa ai soli semi e fibra, escludendo foglie e infiorescenze, che sono essenziali per la filiera.
Questa restrizione avrebbe messo in pericolo l'intero settore, minando la sostenibilità economica di diverse aziende, un settore già riconosciuto e regolamentato dalla Legge 242/2016. Per questo, Canapa Sativa Italia, insieme a Sardinia Cannabis, Resilienza Italia Onlus e Federcanapa, decisero di fare ricorso presso il TAR del Lazio.
Il TAR ha dato ragione alle associazioni con le sentenze n. 02613/2023 e n. 02616/2023, annullò le restrizioni imposte dal decreto e confermò il diritto di coltivare e utilizzare l'intera pianta di canapa industriale nei limiti della Legge 242/2016, incluse foglie e infiorescenze.
A questo punto i Ministeri hanno impugnano la sentenza del TAR, perciò ora è il turno del Consiglio di Stato.
I Ministeri cercano di ripristinare le restrizioni su foglie e infiorescenze.
Secondo i Ministeri, la canapa dovrebbe essere soggetta a normative più rigorose per prevenire usi non autorizzati e tutelare la salute pubblica. Tuttavia, questa impostazione non considera l'inoffensività della canapa e le normative europee, ma neanche l'approccio di altri Stati membri come la Francia, dove il Conseil d’État ha riconosciuto il diritto di commercializzare prodotti a base di fiori e foglie di canapa con un contenuto di THC inferiore ai limiti legali.
Quindi attualmente, il Consiglio di Stato ha aperto ufficialmente la discussione sul caso, dando alle parti un termine di 30 giorni per presentare memorie integrative (atti a favore delle proprie posizioni concreti), prima dell'udienza fissata per il 2 ottobre 2025.
Cosa potrebbe accadere?
Potrebbero esserci due possibili strade:
Conferma dell'interpretazione conforme alle normative europee.
Il Consiglio di Stato potrebbe accogliere le nostre memorie e argomentazioni, riconoscendo il Decreto Officinali come restrittivo verso le infiorescenze. In questo caso, i giudici chiarirebbero che la canapa industriale può essere coltivata e utilizzata nella sua interezza, senza limitazioni arbitrarie, rafforzando la compatibilità della normativa italiana con quella europea, ribadendo l'illegittimità delle limitazioni.
In alternativa, il Consiglio di Stato potrebbe confermare integralmente il verdetto del TAR, annullando definitivamente la parte del decreto che limitava foglie e infiorescenze. Ciò significherebbe la cancellazione definitiva delle restrizioni imposte dai Ministeri, riconoscendo che l'interpretazione più rigida del decreto è in contrasto con la Legge 242/2016 e con le direttive comunitarie sulla libera circolazione e commercializzazione dei derivati della canapa.
L'esito della prossima udienza al Consiglio di Stato sarà cruciale per il futuro della canapa in Italia: una decisione favorevole alla filiera integrale della canapa potrebbe portare a una stabilizzazione normativa, dando nuovo slancio al nopstro settore . Dovesse prevalere un approccio più restrittivo, molte realtà imprenditoriali rischierebbero di subire danni significativi e sarebe compromesso il percorso di crescita avviato negli ultimi anni. Vogliamo essere ottimisti e credere che verranno riconosciute e tutelate le ragioni di un settore che, nel rispetto della legge, chiede di poter lavorare e innovare in modo sicuro e trasparente.


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